Fino a qualche settimana fa, non avevo mai letto nulla di Jiro Taniguchi, nonostante ne avessi sentito spesso parlare, vuoi per l’incredibile successo riscosso dalle sue opere, vuoi perchè, come spesso capita, la morte di un autore (avvenuta nel 2017) porta sempre ad un costante flusso di memoriali, editoriali, articoli etc.etc. A febbraio Panini Comics ha pubblicato uno strepitoso cofanetto, composto da cinque volumi cartonati di grande formato (17×23,8 cm) con senso di lettura alla orientale, dedicato alle opere principali di Taniguchi e così ne ho approfittato per colmare (quasi) in un colpo solo questa grande mancanza. E sì, era davvero un autore eccezionale.

Dei cinque tomi presenti nel cofanetto (Gourmet, Allevare un cane e altri racconti, Al tempo di papà, L’olmo e altri racconti, L’uomo che cammina), quello che ha colpito maggiormente è stato proprio quest’ultimo. Da amante del genere slice of life negli anime, non ho infatti potuto resistere alle lunghe passeggiate effettuate dal protagonista che percorre in lungo e in largo strade e campagne di un piccolo paese dell’entroterra giapponese. La prima versione dell’opera venne pubblicata nel 1990, un periodo che ricordo essere molto meno isterico degli anni che stiamo vivendo. Da allora le cose non sono certo migliorate ed ecco quindi che la lettura di Taniguchi diventa quasi imprescindibile. Si potrebbe pensare che sfogliare pagine e pagine di ordinaria quotidianità sia noioso o poco appagante, ma la forza delle sue opere sta proprio nel conferire importanza alle piccole cose, che diventano forse l’unica ancora di salvezza per un’umanità sempre più concentrata su sè stessa e sempre disposta a osservare la natura e lo spazio che ci circonda.

I personaggi di Taniguchi, ed in particolare il suo alter-ego, possono apparire fuori dal tempo e anacronistici, ma in realtà sono gli unici a vivere la vita al meglio delle proprie possibilità. Sono ancora curiosi, si fanno domande, hanno dubbi e incertezze, riescono a trovare la gioia nelle piccole cose e affrontano le sfide di ogni giorno senza drammatizzarle. E’ davvero difficile descrivere le emozioni che si provano leggendo o anche semplicemente sfogliando i tomi di questo magnifico autore: c’è sempre una velata malinconia, un po’ di nostalgia per il passato, ma anche la gioia della scoperta di qualche dettaglio, scorcio, particolare che sfugge alla vista. Chissà cosa penserebbe l’uomo che cammina delle persone che lo fanno con la faccia appiccicata allo smartphone.

L’acuta analisi di Taniguchi riesce a illustrare rapporti complessi e sfaccettati come quelli che intercorrono tra gli animali domestici e i loro padroni (nello splendido Allevare un cane e altri racconti, una vero e proprio vademecum sulla gestione di un animale e sulla incolmabile distanza che può persistere anche tra due creature così vicine) e dell’uomo col cibo, che diventa uno strumento semplice ma efficace per dare felicità al prossimo (in Gourmet in particolare e come presenza costante in quasi tutte le sue opere).



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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